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Che sta cosa di Dio fa tanto anni ’60

La premessa è che i miei genitori non li cambierei mai con nessun altro, limerei giusto quelle due tre cose come il temperamento di mia madre, che ho ereditato, e l’assoluto apprezzamento nel farsi i cazzi propri di mio padre…che ho ereditato. Due cose che estirperei anche da me stesso nonostante siano colonne portanti dell’essere…“me stesso”.

Danno l’idea che io sia squilibrato.

Ora, non so esattamente se ci sia un’età in cui smettiamo di essere i figli prediletti e assumiamo alcune connotazioni aliene per i nostri genitori…a volte proprio non ci riconoscono.

“Sei cambiato”

“Da te non me l’aspettavo”

“Ma cosa ti è successo?”

Posso immaginare che scatti quando per caso ti dichiari gay o se ti sorprendono con giornaletti porno o mentre ti fai una sega…se ti beccano ubriaco di vodka al mandarino, con una canna in mano o il tatuaggio di un dragone sulla schiena…e parlando di esperienza personale, quella leggera percentuale di distacco l’ho sentita pure io, all’improvviso, un giorno (sia chiaro, infinitesimale-insignificante-nontraumatica) quando ho iniziato a scherzare un sacco sulla religione. A mia madre catechista da sempre, la cosa non piace.

Per niente.

La infastidisce e impazzisce quando assieme mia sorella, ogni ‘riunioneeventoassemblea’ di stampo religioso-gestionale in cui si trova immischiata, si trasforma verbalmente in un racconto fiction-rito satanico vista antro oscuro in una grotta sangue di vergini coltelli cappucci neri con barzellette su Gesù sdoganate, ironia sulle abitudini sessuali dei preti vescovi e cardinali, bombardanti riferimenti al Papa Pio XIII di Jude Law.

“Che lui si che li avrebbe fatti filare questi stronzi…Lenny è un grande”

“Come siete cambiati…da voi non me l’aspettavo…cosa vi è successo?” ci dice Madre, amara.

La domenica, un tempo baluardo della cristianità con tradizionale benedizione in diretta streaming dal balcone papale “Venite che c’è il papa!” strillato dalla sala, ormai io e mia sorella ci facciamo i cazzi nostri…il rito della messa a cui eravamo costretti da piccoli e che con precisione chirurgica i miei continuano a portare avanti, è stato sostituito da fancazzismo e inno al consumismo quando piove. Fancazzismo e inno alla natura quando c’è il sole.

Ah, i miei non lo sanno.

Ovvio, potrei dirglielo…che sono grande abbastanza e puoi scegliere…lo so che lo state pensando, ma non voglio ferire i miei, ci tengono…mento e faccio finta bello fedifrago e comodo, ma non per mancanza di mio coraggio no, io non voglio che si sentano sbagliati…non vogliono che pensino di aver sbagliato con me.

Che sia colpa loro, insomma.

La colpa non è di nessuno in realtà, alla fine la fede mica la puoi insegnare…e non sono nemmeno sicuro di non esserlo fedele. Forse credo, forse no, forse non me ne frega un cazzo adesso, in questo momento. Immagino che sia difficile da capire per chi è molto religioso…perché la fede va oltre i confini della logica e oltre la cultura di una persona…mio padre è scienziato e mia madre artista eppure credono…e a volte mi sembra di intuire che sia un po’ quando ti innamori follemente e credi ciecamente in quello che fai, in chi sei e in cosa stai costruendo. Poi ti sposi, diventa abitudine e amore diluito o che sprizza in diverse direzioni, quella è la tua vita e ti va bene cosi, le domande e le ricerche di altro non servono.

Io non ho mai avuto questa fortuna…non con le persone ne tanto meno con Dio. Sono disilluso e restio a fidarmi di qualsiasi cosa si muova. E poi la curiosità mi uccide, la mancanza di risposte, la scienza, le ipotesi, il fottuto universo, le scoperte…mi bombardano il cervello di controsensi, errori, contrasti, domande…e mi sembra tutto cosi limitante e inscatolato dentro limiti di parola e umani fin troppo comprensibili e che ti indirizzano verso schemi, concetti e pensieri precisi…roba che secondo me ha poco a che fare con l’idea di omniscienza. Sono convinto che se anche esistesse Dio, in un qualche punto di tutto questo immenso casino, di sicuro non è come ce lo immaginiamo e forse i fedeli sono innamorati di un’immagine non reale di Dio, come quando”ami” appunto.
Si insomma, e se all’improvviso Dio comparisse, mettiamo il 13 Giugno 2022 a Times Square, radioso di luce propria…l’aria che quasi si ferma, il mondo che trattiene il fiato. Per dimostrare che lui sia davvero Dio, quello vero, quello figo, quello di cui parlano tutti nel libro quello famoso, fa un paio di trucchettini tipo disintegrare la materia e rimodellare lo spazio tempo, cosi che non ci siano dubbi. Ci butta dentro anche qualche lettura della mente, rinascita dei morti, risposte a quesiti sulla vita e cosi via…

Un classico show da padre eterno.

Tutto il mondo osserva…c’è gente che festeggia, qualcun’altro crede di aver perso 50 anni di vita credendo in qualcosa di sbagliato ma non importa, abbiamo una risposta adesso…e poi di colpo la luce si affievolisce ed ecco Dio, nudo, visibile a tutti…

Una mantide religiosa marrone, pelosa, con 6 zampe ad uncino, alta 22 metri.

E allora mi chiedo… tutti i credenti, i fedeli, gli innamorati dell’immagine di Dio…

…continuerebbero a crederci e pregare ancora o direbbero “Che schifo?”

Palma

La mia vicina è una vecchia signora con un cane, che piange puntuale ogni mattina con i galli, un figlio che non capisco cosa faccia nella vita e una bella palma, quella della foto qui sotto.
 
Stamattina quando esco, c’è un uomo con i piedi a due metri d’altezza a sinistra del mio finestrino, quello dei due che non si apre, sopra ad una catasta di foglie verdi e puntute.
 
Palma.
 
Tagliare una palma, dovete saperlo, è una cosa che lascia il segno. Io una palma l’ho avuta e l’ho tagliata. Le radici della palma scavano e vanno in profondità e quelle della mia, giù in Sardegna, ce l’avevano con il muro di cinta al punto che la scelta era tra lei e il ritrovarsi il giardino con annesso mura sulla strada, all’improvviso, prima o poi.
Quando tagli una palma, ti fai male. Fa male dentro perché ci sei affezionato…e mi succede con ogni albero della mia infanzia. Fa male fuori, perché quelle dannate foglie sono come gli artigli di un alien, un paio di punture e aspettati febbre e debolezza, braccia reticolate di sangue che neanche un emo. Si difende, morde…la palma…e anche quando credi di aver “vinto” non è detto che sia finita…una palma ha sempre un grandissimo spirito di sopravvivenza, può ricrescere ovunque, in punti impensabili, anfratti, buchi, fessure.
 
Ovunque.
 
Devi fare terra bruciata.
 
Devi darle il colpo di grazia.
 
Un animale pericoloso, la palma.
 
Quando arrivi alla fine del lavoro ed è sera…e il cassone rosso del camion è pieno di artigli verdi e corteccia pelosa, sei distrutto e triste. Ricordo ancora il vicino, che per ore e ore di lavoro, osserva sorseggiando the freddo su una sedia pieghevole per poi alzarsi e mi si avvicina…io stavo seduto sul muretto di fronte a casa mia.
 
“Ma sai che in costa le cercano le palme belle come la tua…te l’avrebbero pagata un sacco di soldi” mi dice
 
“Oh…grazie per avermelo detto con tale tempismo!” vorrei dirgli, ma sto zitto.
 
Coglione.
 
Ora, io con le piante so di essere sentimentale e tutto…ma a dirla tutta, alla palma della vicina non mi ci ero cosi affezionato…non più della mimosa già abbattuta anni fa nello stesso giardino e da cui rubavo i mazzetti per la festa della donna…ma questa foto, riflettevo, non è solo la foto di una cosa che non esiste più…ma è anche l’emblema delle cose che non vanno con me…le attese infinite, l’aspettare che sia il momento giusto…cose come il “sentirsi pronto” e preparato, con il mondo attorno che intanto cambia e manco te ne accorgi. Perché per mesi, ogni volta che ritornavo su questa foto, era un continuo ripetermi che ne avrei dovuta rifare un’altra…cambiare la composizione…usare luci diverse o flash…sfruttare il soggetto. Insomma, una di quella infinità di cose che mi dico che “farò da domani” e che poi non faccio.
 
Solo adesso però, mentre leggo la marca delle scarpe del tizio che calpesta i resti della palma, realizzo che non ci sarà più nessun’altra foto. Non potrò fotografarla di giorno…ne sperimentare per ore in una notte di nebbia invernale…e forse non potrò nemmeno più chiedere a quella ragazza di uscire…o dire ai miei genitori che gli voglio bene…o chiedere scusa a qualcuno senza aspettare che il tempo guarisca ogni cosa.
 
Tutti questi “dovrei” sono castelli immaginari fatti di carte.
 
Crollano.
E se forse è vero che “c’è sempre tempo” come dicono, è pure vero che anche le palme alla fine muoiono e poi non ricrescono più.
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Che pure io ho qualcosa da dire su Marquez

Che avevo in mente altre cose da scrivere ma se vuoi diventare blogger di fama mica puoi non star sul pezzo…e devi cavalcare l’onda, battere il ferro finché è caldo e far di tutta l’erba un fascio e poi bruciare tutto fiamma bella alta al tramonto che Rossi di sera bel tempo si spera e allora eccomi pure io qua, a dire la mia sullo scontro del secolo tra gente che parla di scandalo e altri che invece dicono che “tutto regolare non c’è niente da vedere allontanatevi” come quelli di CSI quando ci sono le genti morte per terra con il contorno di gesso bianco…che io le cose di corse delle moto le seguo per davvero e ascolto pareri e guardo le sgommate sui cordoli e mi accorgo della malvagità delle persone perché le fiuto fin da quando escono dall’ascensore e mi documento e cerco di capire come funzionano le forcelle e le gomme e oggi quindi, tutto affascinato ero li, in piazza, con il megaschermone e la gente…che fa figo sentirsi uniti una volta ogni tanto per qualche motivo ‘dallo sciopero perché muoiono le api’ fino ai mondiali di calcio o di motociclette…ed ero lì appunto, con  le moto che andavano oggi e la visuale era parzialmente oscurata dal getto della fontana che per un certo periodo pensavo che metà pista fosse bagnata ed era un vantaggio per Valentino che quello li sul bagnato pare tipo Gesù a Tiberiade e poi mi passa davanti una mamma tutta leopardata, bella mamma eh…snella come una gazzella ma leopardata sotto quindi artigli tanti e carnivora…una specie di chimera-manticora-milf…e visto che passa cento volte davanti allo schermo per rincorrere un cucciolo di uomo spero non per mangiarlo, ammetto che un po’ mi distraggo ogni tanto…anche se poi, sullo schermo, c’è la pubblicità tipo ogni due minuti e ne dura cinque ed è incredibile come ormai tutte le pubblicità siano diventati dei mini-film…non capisci cosa vendano e perchè…“abbiamo speso 34 milioni per sta roba” “ma cosa vendete” “dentifrici…” “c’era bisogno di Nicole Kidman?” “no ma ce l’ha chiesta il regista…Spielberg” mica come una volta “questo è salame…è buono e lo facciamo in casa…compratelo e non rompete i coglioni”…e quando i trailer-spot finiscono…e la diretta riprende, dal giro 2 sei arrivato al 7 ed è cambiato tutto e non si è visto nulla…e lo so che c’è il riquadrino ma mica serve a qualcosa….che anche se è un megaschermo, da 30 metri il riquadrino è lo stesso grande quanto il buco della cassetta delle lettere e tu strizzi gli occhi e non capisci cosa stia succedendo…e uno urla “Valentino è caduto” e l’altro “No no…ma è Marquez che è esploso…vedi la fiamma?” “Eccolo eccolo…Valentino è caduto ma ha un mitra in mano e spara sul box della Honda” “A me pare la replica di Super Quark…siete sicuri sia il canale giusto?”..no no…mica sembra un evento progettato bene ve lo dico…no…mi ricordava quei vecchi tempi che ti andavi a recuperare le partite di calcio in streaming sul pc che a sua volta era in streaming da un server in Romania che ‘strimmava’ da un cinese con la webcam puntata su un televisore in bianco e nero di progettazione sovietica con commento in Uzbeko…alla fine era meglio immaginarsela con la radio accesa…ecco…tipo cosi….e poi, sul megaschermone, c’era un messaggio fisso e statuario, un avviso stile ‘premi il tasto giallo per uscire’ ma nessuno lo premeva…e io cercavo di non guardarlo ma più mi sforzavo più l’occhio mi cadeva li “Non pensare ad une elefante” “A cosa stai Pensando?” “Elefante”e io cercavo in giro tasti gialli o almeno capire da dove tutto fosse trasmesso…“ci sarà una fottuta sala di controllo in questo posto di merda vero? Premilo sto pulsante giallo che mica c’è scritto Danger e nemmeno pulsante per lanciare una bomba atomica sulla Russia” …e di male in peggio, in sovraimpressione, anche una bella barra degli sponsor di negozi di moda e ditte che fanno infissi…luminosa e bianca come una giornata di sole nell’artico…e somma tutte questo alla gente e alla fontana e alla pantera leopardata e alla cosa che a volte c’era del buffering e dello stuttering…sapete no, quando l’immagine diventa tipo tutto blocchettosa e sembra di vedere un film dei transformer stoppato con il tasto II appena quelli partono a diventare robottoni facendo “hi-eh ohhhh” metallico…e io a vedere quel buffo-stuttering mi immaginavo che magari tu non lo sai ma è nella vita reale che sta succedendo, che per un attimo sono tutti li nella pista sospesi e con i pixel a cazzo e c’è pure quello che urla spaventato “ma che cazzo succede!” e si agita..immobile…sospeso nel tempo…con la gamba diventata un esempio del periodo cubista di Picasso che quello li, dannato lui, poteva anche evitarlo e rimanere a quello Rosa, Blu o Rossi e avrebbe fatto bene…spagnolo di merda…anche se Guernica mi piace lo ammetto…ma rimane uno spagnolo di merda.